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      2 E perché il medesimo Cristo nella messa è sacrificato senza sangue, il qual nella croce fu con sangue offerto, questo sacrificio è propiziatorio e Dio, placato per quella offerta, concede il dono della penitenza, rimette tutti li peccati, essendo la medesima ostia e l'istesso offerente, per mezo de' sacerdoti, che già offerí se stesso in croce con sola diversità del modo; là onde per questa della messa non si deroga l'oblazione della croce, anzi si ricevono per lei li frutti di quella che si offerisce per i peccati, pene e bisogni de' fedeli et anco per i defonti non interamente porgati.
      3 E se ben si celebrano alcune messe in memoria de' santi, il sacrificio non si offerisce a loro, ma a solo Dio.
      4 E per offerirlo con riverenza, la Chiesa già molti secoli ha instituito il canone netto d'ogni errore, composto dalle parole del Signore, tradizione degl'apostoli et instituti ponteficii.
      5 E per edificazione de' fedeli, la Chiesa ha instituito certi riti di prononciare nella messa alcune cose con bassa, altre con alta voce, aggiontovi benedizioni, lumi, odori, vesti, per tradizione apostolica.
      6 La sinodo non condanna come private et illecite, anzi approva quelle messe dove il solo sacerdote commonica, essendo quelle commoni, perché il popolo communica spiritualmente [e] perché sono celebrate da publico ministro e per tutti li fedeli.
      7 Che la Chiesa ha commandato d'adacquar il vino nel calice, perché cosí Cristo ha fatto e dal suo lato uscí acqua insieme col sangue, e vien rappresentata l'unione del popolo, significato per l'acqua, con Cristo suo capo.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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