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      Alle qual cose ben considerate, doverà esser aggionto quello che 200 anni aponto dopo scrisse Gregorio VII a Vratislao di Boemia: che non poteva permettergli la celebrazione de' divini ufficii in lingua slava e che non era buona scusa allegare che per il passato [non] sia stato proibito, perché la primitiva Chiesa ha dissimulato molte cose, che se ben longamente tolerate, fermata poi la cristianità, sono state per essamine sottile corrette; commandando a quel prencipe che con tutte le sue forze s'opponga alla volontà del popolo: le qual cose chi ben osserverà, vederà chiaro quali fossero le antiche instituzioni incorrotte e come, duranti ancora quelle, è stato aperto l'adito, per rispetti mondani, alle corrottele, e per quali interessi parimente, poiché indebolito il buon uso, l'abuso ha preso piedi, voltato l'ordine e posto il cielo sotto terra: le buone instituzioni sono publicate per corrottele e dall'antichità solo tolerate, e gl'abusi introdotti dopo, sono canonizati per correzzioni perfette.
      Ma tornando a' decreti conciliari, quello della riforma mosse stomaco a molti, quali consideravano che ne' passati tempi il dominio de' beni ecclesiastici era della Chiesa tutta, cioè di tutti i cristiani che convenivano ad una convocazione, l'amministrazione de' quali era commessa a' diaconi, suddiaconi et altri economi, con la sopraintendenza de' vescovi e preti, per distribuirgli nel vitto de' ministri, de' vedove, infermi et altri poveri, in educazione de' fanciulli e giovani, in ospitalità, riscatto de' pregioni et altre opere pie; e con tutto ciò il clero prima, se ben indebitamente, nondimeno tolerabilmente, volse separare e conoscere la parte sua et usarla secondo la propria volontà. Ma dopo, passatosi al colmo dell'abuso, è stato escluso in tutto e per tutto non solo il popolo dal dominio de' beni e li chierici di amministratori decchiaratisi padroni, ma convertito in uso proprio tutto quello che era destinato per poveri, per ospitalità, per scole e per altre pie opere; di che per molti secoli avendosi il mondo sempre doluto e dimandato rimedio vanamente, li laici per pietà in alcuni luoghi hanno eretto altri ospitali, altre scole, altri monti per somministrare alle pie opere con laici amministratori.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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