Furono queste proposte udite con applauso e giudicati ottimi li discorsi, onde vennero in risoluzione d'elegger sei di loro, che adunassero in scritto le cose necessarie et opportune, cosí in generale per la riforma, come in particolare per questo capo dell'instituzione de' vescovi, di onde dissegnavano incomminciare. Furono nominati esso Granata, Gaspar Cervante, arcivescovo di Messina, il vescovo di Segovia, Martino di Cordova, vescovo di Tortosa, il qual fu causa che non si passasse piú oltre. Perché intendendosi egli in secreto co' ponteficii, si scusò d'accettar il carico, allegando prima la propria insufficienza et il tempo che a lui non pareva intieramente opportuno, soggiongendo che il Cinquechiese non era mosso da pietà e non aveva altro fine che di valersi di loro per constringer il papa con questo mezo di riforma a conceder l'uso del calice, al quale essi erano stati contrarii; e vedendosi fatta qualche disposizione d'audienza, fece tanto e tanto persuase, che non si passò piú oltre, ma s'interpose dilazione. Non però si differí longamente; perché il seguente giorno Granata Braganza, Messina e Segovia, chiesta audienza da' legati, fecero instanza che si trattassero gl'articoli già proposti dal cardinale Crescenzio in questo medesimo concilio, et anco concluso, se ben non publicato, cioè che li vescovi sono instituiti da Cristo e de iure divino sono superiori a' preti. I legati, dopo aver conferito insieme, risposero che, avendo li luterani asserito esser l'istesso il vescovo et il prete, era giusta cosa dicchiarare che il vescovo è superiore, ma non esser bisogno decchiarar quo iure, né da chi il vescovo sia instituito, poiché non vi è sopra ciò controversia; e replicando Granata che anzi in questo è la controversia e che facendo disputare li teologi si sarebbe conosciuto la necessità di decider questo punto; né volendo per modo alcuno li legati acconsentirvi, dopo qualche moti di parole risentiti d'ambe le parti, li spagnuoli si partirono senza alcuna cosa ottenere, restando però essi in risoluzione di far ufficio con qualche teologi che nelle discussioni introducessero questo particolare e di farne menzione il tempo del dire li voti in congregazione.
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