Fra Adamanteo fiorentino, teologo del cardinale Madruccio in questa classe, avvertí d'aver udito per il piú da quei che inanzi avevano parlato solo raggioni probabili e convenienze, che in simil propositi, dove si trattano articoli di fede, non solo non costringono gl'avversarii, ma gli fanno confermare maggiormente nelle opinioni loro, e produsse in confermazione di questo un luogo di sant'Agostino molto espresso. Aggionse anco che il parlar in concilio vorrebbe esser differente da quello delle scole; imperoché in quelle, quanto piú le cose sono sminucciate e con curiosità essaminate, tanto meglio è; ma non è decoro in concilio essaminar se non quello che si può dilucidare e metter in chiaro; che tante questioni erano ventilate, delle quali non si può in questa vita, dove Dio non vuol che tutto sia saputo, venir in cognizione. Bastar assai per questo articolo che la Chiesa sia ierarchica e che la ierarchia consta de' prelati e ministri, che questi sono ordinati da' vescovi, che l'ordine è sacramento, che li secolari non hanno in questo parte alcuna. Fra Pietro Ramirii francescano, seguendo la dottrina di Giovanni Scoto, avvertí che non si dovesse dire l'ordine esser sacramento per esser cosa invisibile e permanente, dove che li sacramenti tutti convien che visibili siano e, fuorché l'eucaristia, consistano in azzione; e però a fine di fuggire tutte le difficoltà, si debbia dire che non l'ordine, ma l'ordinazione è sacramento; questo ebbe gran contradizzione, perché tutti li teologi dicono l'ordine sacramento, e quello che non meno importa, anco il concilio fiorentino, e sarebbe grand'audacia tassar d'improprietà tutti li dottori, un general concilio e tutta la Chiesa che cosí parla.
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