Pagina (1130/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Concluse che quo iure li vescovi sono instituiti, per il medesimo sono a' preti superiori, e quando s'abbia da descender alla dicchiarazione, che cosí bisognerà dicchiarare. Allegò san Tomaso, qual dice in molti luoghi che ogni potestà spirituale depende da quella del papa et ogni vescovo debbe dire: "Io ho ricevuto parte di quella pienezza"; né doversi guardar gl'altri scolastici vecchi, perché nissun ha trattato questa materia, ma li moderni, che dopo nata l'eresia de' valdesi, avendo studiato la Scrittura e li padri, hanno stabilito questa verità. L'ultimo teologo s'affaticò in contradire a questo per quello che disse gl'apostoli esser da Cristo ordinati vescovi, dicendo che, quando mandò gl'apostoli, sí come egli fu dal Padre mandato, gli mandò a predicare e battezare, che non è cosa da vescovo, ma da prete, e che solo Pietro fu da Cristo ordinato vescovo, et egli dopo l'ascensione ordinò vescovi gl'altri apostoli; et allegò il cardinale Turrecremata e diversi altri. Sopra le altre particole dell'articolo e del seguente furono tutti concordi nel sentire che fossero dannati; e cosí fu posto fine alle congregazioni de' teologi.
     
     
      [I legati perplessi scrivono al papa]
     
      Dopo le quali li legati, ritrovandosi in obligo di proponer la riforma, finite le dispute, considerato che particolari si potessero propor non pregiudiciali e di sodisfazzione, si trovarono molto impediti, poiché tutto quello che fosse grato agl'ambasciatori, sarebbe stato o dannoso alla corte, o di disgusto a' vescovi; né si poteva metter mano a cosa grata a' vescovi, che non fosse o di pregiudicio a Roma o a' prencipi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Tomaso Scrittura Cristo Padre Pietro Cristo Turrecremata Roma