L'arcivescovo di Cipro disse che si doveva dicchiarare li vescovi esser superiori a' preti iure divino, riservando però l'autorità nel papa. Ma il vescovo di Segovia, avendo aderito in tutto e per tutto alle conclusioni e raggioni di Granata, fece una longa recitazione de' luoghi degl'eretici dove negano la superiorità de' vescovi e l'instituzione esser de iure divino. Disse che, sí come il papa è successor di Pietro, cosí li vescovi sono successori degl'apostoli; disse apparir chiaro dalla lezzione dell'Istoria Ecclesiastica e dalle epistole de' padri che tutti li vescovi si davano conto l'uno all'altro delle cose che succedevano nelle loro chiese e ne ricevevano l'approbazione dagl'altri, et il medesimo faceva il pontefice di quello che a Roma occorreva. Aggionse che li patriarchi principali, quando erano creati, mandavano agl'altri un'epistola circulare, dando conto della loro ordinazione e della loro fede, e questo si vede osservato ugualmente da' pontefici con gl'altri, come dagl'altri con loro; che debilitandosi la potestà de' vescovi, si vien anco a debilitar quella del papa; che la potestà dell'ordine e della giurisdizzione è data a' vescovi da Dio, e dal pontefice non viene se non la divisione delle diocesi e l'applicazione della persona. Disse che il vescovato non è vescovato senza giurisdizzione. Allegò un'autorità d'Anacleto, che l'autorità episcopale si dà nell'ordinazione con l'onzione del sacro crisma; che il vescovato è cosí ben ordine da Cristo instituito, come il presbiterato; che tutti li pontefici sino Silvestro o professatamente o incidentemente hanno detto che il vescovato è ordine che viene da Dio immediate; che le parole dette agl'apostoli: "Quello che legarete sopra la terra", danno potestà di giurisdizzione, la qual è necessariamente conferita a' successori.
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