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      E che questo sia solo et unico pastore si prova chiaramente per le parole di Cristo, quando disse che egli ha altre pecorelle, quali adunerà, e si farà un ovile et un pastore. Quel pastore, di che in quel luogo parla, non può esser esso Cristo, perché non direbbe nel tempo futuro che si farà un pastore, essendo egli già il pastore, adonque convien intendersi d'un altro unico pastore, che dopo di lui doveva esser constituito, che non può esser se non Pietro con la successione sua. E qui notò che il precetto di pascere il gregge non si trova se non due volte nella Scrittura: una in singolare, detto da Cristo a Pietro: "Pasci le mie pecorelle", l'altra in plurale da Pietro agl'altri: "Pascete il gregge assegnatovi"; e se li vescovi da Cristo ricevessero qualche giurisdizzione, quella sarebbe in tutti uguale e si leverrebbe la differenza de' patriarchi, arcivescovi, vescovi, et in quell'autorità il papa non potrebbe metter mano, minuendola o levandola tutta, come non può metterla nella potestà dell'ordine, che è da Dio; però guardinsi, che mentre vogliono far l'instituzione de' vescovi de iure divino, che non levino la ierarchia et introduchino un'oligarchia o piú tosto un'anarchia. Aggionse anco che, acciò Pietro ben reggesse la Chiesa, sí che le porte dell'inferno non prevalessero contra di quella, Cristo vicino alla morte pregò efficacemente che la sua fede non mancasse e gl'ordinò che confermasse i fratelli, cioè gli diede privilegio d'infallibilità nel giudicio della fede, de' costumi e di tutta la religione, obligando la Chiesa tutta ad ascoltarlo e star confermato in quello che fosse determinato da lui.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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