Le prattiche furono tanto scoperte che in un convito di molti prelati, in casa degl'ambasciatori francesi, essendo introdotto raggionamento della consuetudine de' concilii vecchi, non servata in questo, che li presidenti del concilio e gl'ambasciatori de' prencipi dicevano il voto loro, rispose Lansac, tutt'ad alta voce, che li legati dicevano "vota auricularia", e fu benissimo inteso da tutti che inferiva delle prattiche.
[Lettere di Cesare a' legati et arrenga del suo ambasciatore richiedendo riforma]
In questi giorni che le congregazioni si tenevano, presentò il Cinquechiese lettere dell'imperatore a' legati, dove scriveva che avendo essi sodisfatto l'animo loro in publicar i canoni del sacrificio della messa, si trattenessero di caminar inanzi intorno i sacramenti dell'ordine e del matrimonio, et in tanto trattassero della riforma, rimettendo alla prudenza loro intorno le cose proposte per suo nome, di trattar quella parte che piú loro piacesse; et in conformità della lettera parlò il Cinquechiese, facendo la medesima ricchiesta, instando che essendo la materia dell'ordine tanto oltre, si dovesse al meno trattener quella del matrimonio, acciò che tra tanto nella dieta l'imperatore potesse disporre li germani ad andare e sottomettersi al concilio; imperoché quando tedeschi e francesi restino nella risoluzione loro di non voler andarvi, né riconoscerlo, vanamente li padri si trattengono con tanta spesa e con tanti incommodi; e quando Sua Maestà vederà di non potergli persuadere, procurerà che il concilio si sospendi, giudicando dover esser piú servizio di Dio e beneficio della Chiesa il lasciar le cose indecise e nello stato che sono, aspettando tempo piú opportuno per la conversione di quelli che si sono separati, che col precipitare, come sino a quell'ora s'era fatto, la decisione delle cose controverse in assenza di chi le ha messe in disputa e, senza alcun beneficio de' catolici, renderli protestanti irreconciliabili; ma in questo mezo si trattasse della riforma.
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