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      Che li beni ecclesiastici siano distribuiti a persone meritevoli e fatta la parte sua a tutti, e le entrate siano ben dispensate, e la parte de' poveri non sia usurpata da alcuno, et altre tal cose. In fine ricercò se andando il conte di Luna con titolo d'ambasciator dell'imperatore, cesserà la differenza di precedenza tra Spagna e Francia. I legati a quest'ultimo risposero che non credevano che resterebbe alcun pretesto a' francesi di contendere; e quanto alle altre parti, dissero che non si può lasciar di trattar de' dogmi, ma che ben insieme si tratterà della riforma gagliardamente, seguitando l'instituto del concilio. Lodarono l'intenzione dell'imperatore di ricercar che li protestanti si sottomettino, non restando però d'aggiongere che con questa speranza non si debbe mandar il concilio in lungo, perché anco Carlo imperatore, nel ponteficato di Giulio III, procurò il medesimo e l'ottenne anco, ma fu da' tedeschi caminato fintamente, con danno e della Chiesa e dell'imperatore medesimo. Però non era giusto che il concilio si movesse di passo, se prima l'imperatore non fosse ben certificato dell'animo de' prencipi e popoli, cosí catolici, come protestanti, e della qualità dell'obedienza che fossero per prestare a' decreti stabiliti e da stabilirsi in questo concilio e ne' passati, ricercando l'osservanza del concilio con mandati autentici delle terre e de' prencipi, e ricevendo obligazione da loro dell'essecuzione de' decreti, acciò le spese e le fatiche non fossero vane e derise: et in conformità di questo risposero anco alla Maestà Cesarea.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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