[Recezzione dell'ambasciator polacco. Perplessità de' ponteficii per la venuta in concilio del Lorena]
Il 25 ottobre fu fatta congregazione per ricever Valentino Erbuto, vescovo premisiense, ambasciator di Polonia, il quale fece un breve raggionamento della devozione del re, de' tumulti del regno per causa della religione, del bisogno che vi era d'una buona riforma e di usare qualche remissione, condescendendo alle ricchieste de' popoli nelle cose che sono de iure positivo. Al che fu risposto dal promotore, per nome della sinodo, ringraziando il re e l'ambasciatore et offerendosi in tutti li servizii del regno; né permisero li legati che in quella congregazione fosse di altro trattato, per la causa che di sotto si dirà.
La corte in Roma e li ponteficii in Trento non erano meno travagliati per la molestia che ricevevano da' spagnuoli et aderenti in concilio, che per l'aspettazione della venuta di Lorena e de' francesi, della quale non furono tanto commossi quando vi era speranza di qualche intoppo che gli fermasse, come dopo che andò certa nuova che egli doveva far il giorno di tutti i santi col duca di Savoia. Alla corte di Francia, prima che partisse, e nel viaggio in diversi luoghi il cardinale, o per vanità, o a dissegno, con molti s'era lasciato intender di voler trattar assai e diverse cose in diminuzione dell'autorità ponteficale e contrarie a' commodi della corte; le quali rapportate per diverse vie a Roma et a Trento, fecero impressione nell'uno e l'altro luogo che in generale l'intento de' francesi fosse di portar in longo il concilio e, secondo le occasioni, andar scoprendo e tentando li particolari dissegni; et avevano già congetture per credere che non fosse senza intelligenza dell'imperatore et altri prencipi e signori di Germania.
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