Pagina (1166/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Et un giorno, avendo il vescovo di Gadici con altri quattro, dopo la proposta, aggionto che, sí come confessavano che la giurisdizzione appartenesse al papa, cosí si contentavano che si aggiongesse nel canone, credettero li legati che i spagnuoli, riconosciuti, volessero confessare tutta la giurisdizzione esser nel papa e da lui derivare; ma quando furono a voler maggior decchiarazione, disse quel vescovo che, sí come un principe instituisce nella città il giudice di prima instanza et il giudice d'appellazione, il qual, se ben è superiore, non può però levar l'autorità dell'altro, né occupargli li casi a lui spettanti, cosí Cristo nella Chiesa aveva instituito tutti li vescovi et il pontefice superiore, nel qual era la suprema giurisdizzione ecclesiastica, ma non sí che gl'altri non avessero la propria dependente da solo Cristo. Il Cinquechiese si doleva con ciascuno che si perdesse tanto tempo senza far congregazione, il quale s'averebbe potuto spender utilmente, se li legati a studio, secondo il loro solito, non lo lasciassero perdere, per dar li capi della riforma solo l'ultimo giorno, a fine di non lasciar spacio che si possa far considerazione, né meno parlargli sopra. Ma li legati non stavano in ozio essi, pensando tuttavia di trovar qualche forma a quel canone che potesse esser ricevuta, e mutandole anco piú d'una volta al giorno; le qual formule andando attorno e mostrando la titubazione de' legati, non solo li spagnuoli prendevano animo di perseverar nella loro opinione, ma di parlar anco con maggior libertà; tanto che in congresso di gran numero di prelati, Segovia non ebbe rispetto di dire che una parola voleva esser causa della ruina della Chiesa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Gadici Cristo Chiesa Cristo Cinquechiese Segovia Chiesa