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      Erano passati 7 giorni senza alcuna congregazione, quando il dí 30 ottobre, essendo li legati in consultazione, come negl'altri giorni inanzi, tutti li spagnuoli insieme con alcuni altri ricercarono audienza e fecero di nuovo instanza che si definisse l'instituzione e superiorità de vescovi de iure divino; aggiongendo che, se non si facesse, si mancherebbe di quello che è giusto e necessario in questi tempi per dilucidazione della verità catolica, e protestando di non intervenire piú né in congregazione, né in sessione. Il che udito, molti prelati italiani concertati insieme in casa del cardinale Simoneta, nella camera di Giulio Simoneta, vescovo di Pescara, la matina seguente si presentarono a' legati, 3 patriarchi, 6 arcivescovi et 11 vescovi, con ricchiesta che nel canone non fosse posto la superiorità esser de iure divino, essendo cosa ambiziosa [et] indecente che essi medesimi facessero sentenza in propria causa, e perché la maggior parte non la volevano, e che l'instituzione non fosse decchiarata de iure divino per non dar occasione di parlar della potestà del pontefice, la qual volevano e dovevano confermare. Il che publicato per Trento, diede materia di parlare che li medesimi legati avessero procurata questa instanza; onde, dopo il vespero, se ne ridusse maggior numero in sacristia a favore dell'opinione spagnuola, et altri in casa del vescovo di Modena per la medesima, e con l'arcivescovo d'Otranto e con quelli di Taranto e di Rosano e col vescovo di Parma si fecero 4 altre ridozzioni de' ponteficii; et il tumolto passò tanto inanzi, che li legati ebbero dubio di qualche scandalo e giudicarono necessario non pensare a poter far la sessione al tempo dissegnato, ma inanzi che venir alla risoluzione di quell'articolo, che era causa di tanto moto, far parlar sopra li capi della dottrina e proponer qualche cosa di riforma, lamentandosi spesso Simoneta che era poco aiutato da Mantova e da Seripando, che se ben facevano qualche opera, non potevano però a fatto occultar il loro intrinseco, che inclinava agl'avversarii.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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