Non dispiacque meno la pongente libertà di questo ambasciatore, che la usata di Pibrac, suo collega, alla loro venuta in Trento; nondimeno il timore che s'aveva de' francesi fece metter in silenzio le offese di parole.
[Lorena offende con le sue adunanze domestiche, ma a spagnuoli e francesi è fatta spia]
Il seguente giorno si continuarono le congregazioni, e la prima fu tutta occupata solo da fra Gasparo di Casal, vescovo di Liria; il qual per informar il cardinale di Lorena di tutte le raggioni de' spagnuoli, recapitulò con magniloquenzia le cose da altri dette in quella materia; vi aggionse di piú che nissuna cosa era piú a favor de luterani, quanto il far l'instituzione de' vescovi de legge umana; che cosí s'approva la novità da loro fatta d'aver posto predicatori o predicanti o ministri al governo della Chiesa, in luogo de' vescovi, da Cristo instituiti. Aggionse a questo che leggendo le epistole di san Gregorio a Gioanni Constantinopolitano et ad altri scritte contra il medesimo, perché si chiamava vescovo universale, vedersi chiaramente che non si può dir che l'instituzione del pontefice romano venga da Cristo, se non si dice anco che dal medesimo venga quella de' vescovi.
Il cardinal di Lorena fece in casa propria congregazione de' prelati e teologi francesi con lui venuti, per intender la loro opinione sopra il particolare della giurisdizzione de' vescovi, e fu tra loro concordamente risoluto che la ricevevano da Dio e fosse de iure divino. E questa singolarità di congregazione fu usata dal cardinale dopoi in tutte le altre materie occorrenti, con molto dispiacere de' ponteficii, a' quali pareva che volesse far un concilio a parte, e temevano che spagnuoli, con l'essempio, non ne introducessero un'altra, le quali poi potessero portar un scisma manifesto, come avvenne nel concilio efesino primo per le congregazioni che facevano separatamente gl'egizzii e li suriani.
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