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      Ma la regina ricusava aiuti di gente e dimandava di danari, ben conoscendo che col ricever le genti s'averebbe messo in necessità di regger la Francia non secondo li rispetti proprii, ma del re di Spagna: onde convenendo in un partito medio, ricevette aiuto di 6000 persone, con le quali e con le forze proprie, maneggiate dal contestabile e dal duca di Ghisa, il giorno sopradetto de' 17 fu fatta la giornata, dove morirono degl'ugonotti 3000 e 5000 de' catolici; da ambe le parti restarono li capitani generali preggioni, Condé et il contestabile, nissuno degl'esserciti restò rotto per il valore de' luogotenenti dell'uno e dell'altro, che erano Ghisa per li catolici, e Coligni per gl'ugonotti; e la regina immediate confermò il capitanato a Ghisa. Né per questo Coligní restò di mantener l'essercito in arme, di conservar le terre che aveva, e far anco qualche progresso.
      Di questa vittoria, che per tale fu depinta, se ben non molto meritava il nome, si rese grazie a Dio in Trento da tutti li padri congregati, facendo una processione e cantando una messa, nella quale Francesco Belcarro, vescovo di Metz, fece un'orazione, narrando tutta l'istoria delle confusioni di Francia, dalla morte di Francesco II, e raccontando il successo dell'ultima guerra, conferí tutta la lode del ben operato nel solo duca di Ghisa; passò a dire la causa di quelle confusioni esser stato Martino Lutero, che se ben picciola scintilla, accese gran fuogo occupando prima la Germania, e poi le altre provincie cristiane, fuor che l'Italia e Spagna.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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