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      E nel canone che della potestà del papa era introdotto, si dicesse che egli ha autorità di pascer e regger la Chiesa universale, in luogo di Cristo, dal quale gli è stata communicata tutta l'autorità come vicario generale; ma nel decreto della dottrina estendessero le parole del concilio fiorentino, le quali sono che la Santa Sede apostolica et il romano pontefice ha il primato in tutto 'l mondo et è successore di san Pietro, prencipe degl'apostoli, e vero vicario di Cristo, capo di tutte le chiese, padre e maestro di tutti li cristiani, al qual in san Pietro da Cristo nostro Signore è stata data piena potestà di pascere, reggere e governare la Chiesa universale; soggiongendo che non si dipartissero da quella forma, quale teneva certo che sarebbe ricevuta, perché, essendo tolta di peso d'un concilio generale, chi vorrà opporsi si mostrerà scismatico et incorrerà nelle censure; le quali per divina providenza essendo sempre state punite ne' contumaci con maggior essaltazione della Sede apostolica, confidava che dalla Maestà Sua divina e da' buoni catolici la causa della Chiesa non sarebbe abbandonata, e fra tanto sarebbe ritornato il Vintimiglia, che in breve averebbe spedito con piú ampie instruzzioni. Deliberò di trasferirsi a Bologna per esser vicino e poter abbraciar le occasioni di finir o trasferir il concilio, le quali, prima che gl'avisi giongessero a Roma, svanivano. Fece formar una bolla che, occorrendo la morte sua mentre fosse assente, l'elezzione si facesse in Roma dal collegio de' cardinali.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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