Poi, in fine del mese, in consistoro espose come li maggior prencipi del cristianesmo dimandavano riforma, che non poteva esser negata né con vere raggioni, né con pretesti; però era risoluto, per dar buon essempio e non mancar del suo debito, incomminciar da se medesimo, provedendo agl'abusi della dataria, levando le coadiutorie, li regressi e le renoncie a favore, e che dovessero li cardinali non solo con loro voto acconsentirvi, ma anco farlo noto a tutti. Da molti fu commendata assolutamente la buona intenzione di Sua Santità, da altri fu considerato che quegl'usi erano introdotti per levar abusi maggiori di manifeste simonie e patti illeciti, e che conveniva aver prima buon avvertimento che, levando questi tolerabili, quali finalmente non sono se non contra leggi umane, non si aprisse la porta al ritorno di quelli che sono contra le leggi divine. Il cardinale di Trento particolarmente disse che sarebbe stato di gran pregiudicio levar le coadiutorie in Germania, perché, essendo congionti quei vescovati con li principati, quando non avessero potuto ottener coadiutorie di tutti doi insieme, averebbono introdotto il farlo nel principato solamente, e cosí s'averebbe diviso il temporale dallo spirituale, con total esterminio della Chiesa. Il cardinale Navaggiero contradisse al far differente la Germania, dicendo che i tedeschi, essendo stati li primi a dimandar riforma, dovevano esservi compresi. Narrò poi il pontefice quanti tentativi erano proposti in concilio contra li privilegii della Chiesa romana, parlò delle annate, delle riservazioni e delle prevenzioni; disse che erano sussidii necessarii per mantenimento del papa e del collegio de' cardinali, de' quali sí come essi participavano, cosí era giusto che s'adoperassero in mantenergli, e che voleva mandar un numero di loro a Trento per defendergli.
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