Gl'imperiali li diedero il conseglio loro quasi l'istesso che i francesi, facendo maggior instanza per un aggionto al secretario. Gl'altri ambasciatori stettero sopra termini generali, consegliando la continuazione del concilio e la unione degl'animi.
In questo stato di cose arrivò in Trento il 29 di genaro il Vintimiglia, reispedito dal pontefice, il quale fece relazione della sua credenza a' legati, e poi col parer loro si diede a levar due openioni sparse per il concilio: l'una, che il pontefice fosse in stato di poter poco viver; l'altra, che desiderasse la dissoluzione del concilio. Testificò il desiderio di Sua Santità d'intender che, deposte le contenzioni, s'attendesse al servizio di Dio et a metter presto fine al concilio. Egli portò bolle d'ufficii e beneficii conferiti dal pontefice a' propinqui d'alcuni prelati, et un referendariato al secretario dell'ambasciatore portughese, et una pensione assai grossa al figlio del secretario spagnuolo, et ad altri varie promesse, secondo le pretensioni. Fece per nome del pontefice col cardinale di Lorena gran complementi, mostrando che in lui solo aveva la confidenza d'un presto e buon fine del concilio.
[L'ambasciator di Savoia fa rimetter su le congregazioni]
Nacque opportuna occasione di reassumer le congregazioni, la venuta del vescovo d'Avosta ambasciatore del duca di Savoia, nella quale dissegnando, dopo averlo ricevuto, rinovar la proposizione de' canoni, mandarono il vescovo di Sinigaglia al cardinale di Lorena per pregarlo di trovar qualche maniera come i francesi potessero ricever sodisfazzione.
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