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      Egli si dolse delle conventicole e che con modi cosí illeciti si pretendesse dar al papa quello che non gli veniva e togliere a' vescovi quello che da Cristo era stato dato loro; mostrò che gli dispiacesse il differire la sessione tanto tempo, nondimeno, per compiacere, se ne contentava: ma ben gli pregò, poiché questo era a fine di moderar gl'animi, di far ufficii efficaci che gl'inquieti et ambiziosi fossero raffrenati.
      Nella congregazione de' 3 febraro propose il cardinale di Mantova che, essendo prossimo il principio quadragesimale, dovendo poi succeder li giorni santi e le feste di Pasca, si differisse la sessione sino dopo quella, et in quel mentre si trattasse nelle congregazioni la riforma pertinente all'ordine sacro e la materia del sacramento del matrimonio. La proposta ebbe gran contradizzione. I francesi e spagnuoli quasi tutti fecero instanza che si deliberasse una breve prorogazione e fosse definita la materia dell'ordine insieme con la sua riforma, prima che trattare del matrimonio; alla qual opinione aderivano anco alquanti italiani. Aggionsero anco alcuni che la sessione si facesse con le cose decise, et in particolare si stabilisse il decreto della residenza formato da' cardinali, e da alcuni fu accennato che era grand'indegnità del concilio l'aver prolongato tante volte di termine in termine, e che si mostrava di voler violentar i padri con la stanchezza ad acconsentire alle opinioni che non sentivano in conscienza; però che si dovesse far la sessione e risolver le materie secondo il numero maggiore.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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