E se alcuno nelle dimande essibite reputa che vi sia cosa conforme a' libri degl'avversarii, gli giudica indegni di risposta; et a quelli che le tengono per immoderate, altro non vuol dire se non quello di Cicerone: esser un'assordità desiderar temperanza di mediocrità in cosa ottima, tanto migliore, quanto maggiore; e che lo Spirito Santo disse a' tepidi moderatori di dovergli reiettar fuori del corpo; considerassero li padri il giovamento ch'ebbe la Chiesa per l'emendazione moderata del concilio di Costanza e nel seguente, che non voleva nominar per non offender le orecchie d'alcuno, e parimente ne' concilii di Ferrara, Fiorenza, laterano e tridentino primo, e quanti generi d'uomini, quante provincie, regni e nazioni dopo quelli si sono partiti dalla Chiesa. Voltò il parlar a' padri italiani e spagnuoli, dicendo che una seria emenda della disciplina ecclesiastica era di loro maggior interresse che del vescovo di Roma, pontefice massimo, sommo vicario di Cristo, successor di Pietro, che ha suprema potestà nella Chiesa di Dio. Trattarsi ora della vita e dell'onor loro; perilché non voleva estendersi piú longamente.
Al contenuto delle lettere del re et all'orazione dell'ambasciator fu risposto con lode di quella Maestà per le cose pienamente e generosamente operate, e con un'essortazione come se fosse presente ad imitare i suoi maggiori, voltando tutti li suoi pensieri alla difesa della Sede apostolica e conservazione della fede antica, e prestar orecchie [a quelli] che predicano la fermezza del regno di Dio, e non a chi mette inanzi l'utilità presente et un'imaginaria tranquillità e pace, che non sarà vera pace; aggiongendo che il re cosí farà con l'aiuto divino, e per la bontà della sua natura e per i consegli della regina madre e della nobiltà francese.
| |
Cicerone Spirito Santo Chiesa Costanza Ferrara Fiorenza Chiesa Roma Cristo Pietro Chiesa Dio Maestà Sede Dio
|