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      Della scrittura che andò intorno contra le petizioni francesi non solo ne sentirono disgusto essi e l'ebbero per affronto, ma all'imperatore medesimo dispiacque assai. E li legati, ricevuta la commissione da Roma sopra di quelle, restarono poco sodisfatti, parendo loro che quello non fosse modo di dar commissione a' presidenti d'un concilio, ma piú tosto avvertenze a' ministri da servirsene in trattar per via di negoziazione; rescrissero solamente ricchiedendo quello che dovessero far, se li cesarei facessero instanza per la proposta delle loro e fecero che Gabriel Paleotto, auditor di rota, scrivesse una piena informazione delle difficoltà, qual mandarono. Il cardinale de Mantova non giudicò che, avendo l'imperatore detto a Comendone che averebbe mandato risposta al concilio per un suo ambasciator, fosse cosa conveniente che egli vi andasse prima che intender quella risoluzione; oltre che l'esser già Lorena alla corte imperiale e non sapersi ancora l'effetto della sua negoziazione, rendeva incerto il modo che dovesse esser da lui tenuto. Con queste raggioni si scusò col pontefice, al quale oltre di ciò scrisse di propria mano che non aveva piú faccia di comparir in congregazione per dar solamente parole, come aveva fatto 2 anni continui. Che tutti li ministri de' prencipi dicevano che, se ben Sua Santità promette cose assai della riforma, non vedendosene essecuzione alcuna, non credono che ella vi abbia l'animo veramente inclinato; il quale se corrispondesse alle promesse, non averiano potuto i legati mancare di corrisponder alle instanze de tanti prencipi: né alcun debbe maravigliarsi che questo cardinale, prencipe versato per cosí longhi anni in molti grandi affari e compitissimo nella conversazione, facesse questo passaggio, essendo cosa naturale degl'uomini vicini alla morte, per certa intrinseca causa et incognita anco a loro medesimi, il disgustarsi delle cose umane e posporre le pure cerimonie; al qual segno era molto prossimo, non gli rimanendo della vita dal dí della data di questa se non sei giorni.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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