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      In quei giorni gionse aviso da Roma che, dovendosi proporre in rota una causa del vescovo di Segovia, fu ricusato di riceverla, e da uno degl'auditori fu detto al procurator del vescovo che il suo principale era sospetto d'eresia; il che mise gran moto, non solo ne' spagnuoli, ma in tutti gl'oltramontani, querelandosi essi che in Roma si levassero calunnie e note sinistre contra quelli che non aderivano in tutto e per tutto alle loro voglie.
     
     
      [Esamine e condanna del quinto e sesto articolo del celibato, che rimette su le dispense]
     
      Il giorno 4 di marzo si diede principio di parlar sopra la terza classe, e quanto al quinto articolo tutti furono conformi che fosse eretico e dannabile; del sesto parimente non vi fu differenza: tutti convennero che fosse eresia. Vi fu disparere, perché una parte diceva che, quantonque tra la Chiesa orientale et occidentale vi fosse differenza, perché questa non ammetteva al sacerdozio, né agl'ordini sacri, se non persone continenti, e quella anco ammetteva li maritati, nondimeno nissuna Chiesa mai concesse che i sacerdoti si potessero maritare, e che questo s'ha per tradizione apostolica e non per raggion del voto, né per alcuna constituzione ecclesiastica, e però che conveniva dannar per eretici assolutamente tutti quelli che dicevano esser lecito a' sacerdoti maritarsi, senza restringersi agl'occidentali e senza far menzione né di voto, né di legge nella Chiesa, e questi non concedevano che si potesse per causa alcuna dispensare li sacerdoti al matrimonio; altri dicendo che il matrimonio era vietato a due sorti di persone e per due diverse cause: a' chierici secolari per l'ordine sacro, per legge ecclesiastica; et a' regolari per il voto solenne; che la proibizione del matrimonio per constituzion della Chiesa può esser dal pontefice levata, e restando ancora quella in piedi, il pontefice può dispensarlo.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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