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      Adducevano luoghi di sant'Agostino, da' quali manifestamente appare che nel suo tempo qualche monaco si maritava. E se ben era stimato che facendolo peccasse, nondimeno il matrimonio era legitimo, e sant'Agostino riprende quelli che lo separavano.
      Si trascorse a parlar se fosse ben in questi tempi dispensare overo levar il precetto della continenza a' sacerdoti; e questo perché il duca di Baviera, avendo mandato a Roma per ricercar dal pontefice la communione del calice, aveva insieme ricchiesto che fosse concesso a' maritati di poter predicare; sotto il qual nome s'intendeva tutto il ministerio ecclesiastico, essercitato da' parochi nella cura d'anime. Furono dette molte raggioni a persuader che fosse concesso, li quali si risolvevano in due: nel scandalo che davano li sacerdoti incontenenti e nella penuria di persone continenti, atte ad essercitar il ministerio; et era in bocca di molti quel celebre detto di papa Pio II, che il matrimonio per buona raggione fu levato dalla Chiesa occidentale a' preti, ma per raggione piú potente conveniva renderglielo. Da quelli di contrario parere si diceva che non è da savio medico guarir un male con causarne un peggiore. Se li sacerdoti sono incontenenti et ignoranti, non per questo s'ha da prostituir il sacerdozio ne' maritati: e qui erano allegati tanti luoghi de' pontefici, li quali però non lo permisero, che dicevano esser impossibile attender alla carne et allo spirito, essendo il matrimonio un stato carnale. Che il vero rimedio era con l'educazione, con la diligenza, co' premii e con le pene proveder continenti e litterati per questo ministerio; ma tra tanto, per rimedio d'incontinenza, non ordinare se non persone provate di buona vita e, per la dottrina, far stampar omiliarii e catechismi in lingua germanica e francese, formati da uomini dotti e religiosi, li quali s'avessero da legger al popolo cosí de scritto e col libro in mano da' sacerdoti imperiti; col qual modo li parochi, se ben insufficienti, potrebbero satisfar al popolo.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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