Pagina (1287/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E la lettera non fu cosí presto da Trento partita, che quella città non fu piena di copie di quella, che erano piú tosto importunamente offerte da' famigliari del cardinale a ciascuna persona che ricchieste: tanto è difficile che l'affetto della filautia stia quieto, se ben in occasione di gran dolori. Dopo questo, il cardinale, postosi a pensar allo stato delle cose per quella variazione successa, mutò tutti i dissegni suoi. Che fu anco causa di far mutar il filo, dove parevano inviate le cose del concilio: perché, essendo egli il mezo per il quale l'imperatore e la regina di Francia avevano sin allora operato, furono costretti questi ancora, mancando d'un ministro cosí atto, ad andar piú rimessi ne' dissegni loro et a proceder piú ralentatamente. Ma ne' negozii umani avviene quello che nelle fortune del mare, dove, cessati li venti, le onde ancora tumultuano per qualche ore. Cosí la gran mole de' negozii del concilio non poté facilmente ridursi a tranquillità per l'impeto preso. Ma della quiete che successe qualche mese dopo certa cosa è che la morte di quel duca ne fu un gran principio, massime dopo che s'aggionse la morte dell'altro fratello, che era il gran priore di Francia, e pochi giorni dopo la nuova della pace fatta con gl'ugonotti, e finalmente le instanze della regina al cardinale che dovesse rendersi benevolo il papa e ritornar in Francia, delle quali a suo luogo si dirà. Per le qual cose il cardinale vidde che li negozii inviati non sarebbono stati utili né per sé, né per gli amici suoi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Trento Francia Francia Francia