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      Tanto in Trento, quanto in Roma fu sentita con dispiacere la morte di Ghisa, riputando ogni uno che egli fosse l'unico sostentamento della parte catolica nel regno di Francia, né vedendosi qual altra persona potesse succedergli in sopportar quel peso, massime essendo ognuno spaventato per l'essempio della sua morte. E li prelati francesi in concilio si trovavano in ansietà, intendendo che si trattava l'accordo con ugonotti, quali tra le altre cose pretendevano che la terza parte delle rendite ecclesiastiche fosse per mantenimento de' ministri riformati.
     
     
      [Lettere di Cesare per lo progresso et emendazione del concilio]
     
      In queste varietà de negozii e perplessità d'animi ritornò il vescovo di Cinquechiese a Trento; con gl'ambasciatori cesarei andò all'audienza de' legati e presentò una lettera dell'imperatore da lui portata, con la copia d'un'altra di quella Maestà, scritta al pontefice. Fecero tutti ufficio che fosse proposta la riforma, ma con parole generali et assai rimesse. La lettera dell'imperatore a' legati significava loro il desiderio che aveva di veder qualche progresso fruttuoso del concilio, per ottener il quale era necessario che fossero levati alcuni impedimenti, de' quali avendo scritto al pontefice, aveva voluto pregargli essi ancora ad adoperarsi, e con l'opera propria in concilio, et appresso il pontefice con le preghiere, acciò si caminasse inanzi per servizio di Dio e beneficio del cristianesmo. Conteneva la lettera dell'imperatore al papa che, come avvocato della Chiesa, dopo ispediti gravissimi negozii con gl'elettori et altri prencipi e stati di Germania, nissun altro pensiero gli fu piú a cuore che di promover le cose del concilio; per la qual causa anco s'era ridotto in Ispruc, dove con suo dolore aveva inteso le cose non caminare come sperava e la publica tranquillità ricerca, e temeva che, se non se gli rimediava, il concilio fosse per aver fine con scandalo del mondo e riso di quelli che hanno lasciato l'obedienza della Chiesa romana, et incitamento a ritener le loro opinioni con maggior ostinazione; che già molto tempo non s'era celebrata sessione; che mentre li prencipi s'affaticano d'unir gl'avversarii differenti in opinioni, li padri sono passati a contese indegne di loro; che andava anco attorno fama che Sua Santità trattasse di discioglier o sospender il concilio, mossa forse dall'intricato stato di quello che si vede; ma il giudicio suo esser in contrario.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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