Concluse in fine che stava a Sua Maestà veder un fruttuoso e presto fine del concilio, dal quale, quando egli fosse stato libero, ella si poteva prometter ogni favore.
[Perplessità de' legati in concilio]
In concilio il 20 marzo finirono di parlar li teologi sopra tutti gl'articoli del matrimonio. Si restrinsero li legati per deliberare se dovevano nelle congregazioni de' padri proponere la dottrina e canoni del matrimonio. Ma considerando che francesi e spagnuoli si sarebbono opposti, e che si potrebbono eccitar maggior controversie in quelle che sino allora erano, e quando avessero voluto proponer gl'abusi solamente, venivano a punto a dar occasione agl'imperiali e francesi d'entrar nella materia di riforma, erano perplessi. Sarebbe stato utile il tentare d'accommodar alcuna delle difficoltà, et a questo inclinava varmiense. Ma in contrario Simoneta dubitava che, per la poca fermezza del collega, non fosse successo qualche grave pregiudicio, et attribuendo la colpa di tutti li disordini occorsi in concilio a' doi legati morti, che con aver proceduto nella materia della residenza piú secondo il proprio senso che secondo gli bisogni della Chiesa, per troppo bontà avevano causato tanto male, e che non era da mettersi in pericolo di vederne di maggiore; e però non consentiva che d'alcuna d'esse si parlasse. Onde finalmente conclusero d'intermetter tutte le trattazioni sino alla venuta degl'altri legati. Dopo la qual risoluzione Lorena deliberò d'andar in quel mentre sino a Venezia, per ricever nel viaggio qualche relassazione d'animo per il dolore conceputo per la morte del gran priore suo fratello, che gli aveva anco rinovato la piaga del dispiacer per la morte dell'altro.
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