Esser alcune cose che nel primo aspetto paiono potersi admetter senza diminuzione dell'auttorità, ma l'uomo prudente dover avvertire non tanto li principii, quanto li termini delle cose. Per queste caggioni risoluto di non caminar per la via di ceder a questi primi passi e datosi a pensare, che altri rimedii vi fossero, ritornò ne' primi pensieri che il re di Spagna non aveva né interesse, né affetto proprio per proseguir le instanze fatte; che l'imperatore et i francesi vi mettevano pensiero grande, sperando con quei mezi satisfar a' loro popoli e quietar le discordie civili; e quando questi fossero capaci che gl'eretici inculcano la riforma per pretesto di mantenersi separati dalla Chiesa, ma non si ridurrebbono però, quando anco fosse perfetta, considerò che, fatti i prencipi capaci di questo, averebbono cessato dall'instanza e lasciato finir quietamente il concilio. Si voltò tutto a tentar di superar per questa strada le difficoltà e, ben considerati tutti li rispetti, gli parve piú facile persuader l'imperatore, come quello che solo poteva deliberare et era di piú facile e buona natura, lontano dagl'arteficii e non costretto da necessità di guerra; dove che in Francia, essendo il re un putto, li partecipi del governo molti e di natura arteficiosa e con varii interessi, era difficile poter far frutto. Onde tutto rivoltato a questo, deliberò che il cardinale Morone, inanzi che dar principio alle cose conciliari, andasse all'imperatore per questo effetto. E raccordandosi quello che il cardinale di Lorena aveva detto a Trento dell'andar l'imperatore a Bologna per ricever la corona, deliberò di tentar l'animo di quel cardinale, se si potesse indur ad esser mediatore in questo, e cosí trasferir anco il concilio in quella città. Ordinò al vescovo di Vintimiglia che, insinuatosi con lui, vedesse d'indurlo a contentarsi d'adoperarsi in questa impresa; e per dargli occasione d'introdursi, fece che Borromeo gli diede il carico di condolersi con lui della morte del gran priore, suo fratello.
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