Pagina (1315/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Questo accordo fu stabilito a' 12 marzo, non se ne contentando Coligní, il qual diceva che le cose loro non erano in stato di convenir con condizioni cosí disavantaggiose; che già nel principio della guerra gli fu proposto di farla pace con l'editto di genaro, et allora, che bisognava ottener maggior avantaggio, si diminuiva. Il dire che in ogni bailaggio sia un solo luogo per essercizio della religione non esser altro che levar il tutto a Dio e dargli una porzione. Ma la commune inclinazione di tutta la nobiltà lo constrinse ad acquietarsi. E sopra le condizioni furono spedite lettere regie il dí 19 dell'istesso mese, nelle quali diceva il re che, avendo piaciuto a Dio da qualche anno in qua permetter che il regno fosse afflitto per le sedizioni e tumolti eccitati per causa di religione e scrupoli di conscienza, perilché s'era venuto alle arme con infinite uccisioni, saccheggiamenti di città, rovine de chiese, e continuando il male, avendo esperimentato che la guerra non è il rimedio proprio a questa malattia, ha pensato di riunir li suoi sudditi in buona pace, sperando che il tempo et il frutto d'un santo, libero, general o nazional concilio siano per portar qualche stabilimento; e qui erano soggionti gl'articoli spettanti alle cose della religione, oltra gl'altri in materia di stato; le qual lettere furono publicate e registrate nella corte di parlamento e proclamate publicamente in Parigi il 27 dell'istesso mese.
      Questo successo in concilio dalla maggior parte de' padri era biasmato; li quali dicevano che era un anteponer le cose mondane a quelle di Dio, anzi un rovinare e queste e quelle insieme: perché levato il fondamento della religione in un stato, è necessario anco che il temporale vada in desolazione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Coligní Dio Dio Parigi Dio