Pagina (1328/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dopo lette le lettere, il cardinal con una elegante orazione iscusò quella regina se non poteva mandar né prelati, né ambasciatori al concilio, per essere tutti eretici, e promesse ch'ella mai averebbe deviato dalla vera religione. Gli fu risposto per nome del sinodo con ringraziamento, ridendo però alcuni che l'officio di quella regina fusse di persona privata e non di prencipe, poiché non si ritrovava pur un suddito catolico di mandare. Ma li piú intelligenti giudicorono che quest'officio fusse stato mendicato et estorto, perché bene lo poteva ella fare da prencipe, avendo sempre avuto appresso di sé non pochi catolici.
     
     
      [Nuova offesa al Lorena]
     
      Era tornato da Roma il secretario di Lorena, mandato da lui per scolparsi delle imputazioni che gl'erano date di far il capo di parte; il qual era stato raccolto dal pontefice con demonstrazione d'amorevolezza e mostrato di creder la sua esposizione, e risposto al cardinale con una lettera, dove gli diceva contentarsi che si tralasciassero le cose contenziose, non si parlasse de' dogmi dell'ordine, né della residenza, ma s'attendesse alla riforma. La qual lettera, avendo Lorena communicato con Simoneta per pigliar ordine di dar qualche principio, questo si rimise al ritorno di Morone; di che sentendo disgusto Lorena, come che dal pontefice fosse burlato, e congiongendo questo con un aviso venutogli, che Morone, parlando coll'imperatore della libertà del concilio, dicesse che egli e gl'ambasciatori francesi fossero causa d'impedirla piú degl'altri, si querelava con ogni occasione appresso tutti, con chi gli occorreva parlare, ch'il concilio non avesse libertà alcuna e che non solo da Roma s'aspettasse risoluzione d'ogni minimo particolare, ma ancora non si riputassero degni li padri, né meno il cardinale Madruccio e lui, di saper che cosa da Roma fusse commandata, acciò potessero almeno conformarsi con la volontà di Sua Santità, e che gran cosa era il veder che si spedissero da' legati a Trento cosí frequentemente corrieri a Roma, eziandio spesse volte sopra la medesima materia e per ogni minima occorrenza, e nondimeno mai si sapesse che risoluzione o che risposta fosse venuta di là; né meno fosse pur detto quest'universale, che la risposta fosse venuta: le qual cose da' ponteficii erano sentite con molto rossore, per esser cosí apparenti e publiche che non si potevano né negare, né iscusare.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Lorena Roma Lorena Lorena Simoneta Morone Lorena Morone Roma Madruccio Roma Sua Santità Trento Roma