Pieno Lorena di queste male sodisfazzioni, il dí seguente, essendo chiamato a consulta per trattar d'incomminciar le congregazioni, poiché Morone aveva scritto dover esser di ritorno fra 8 giorni, stettero ambe le parti buona pezza di tempo senza dir parola, e poi, entrati ne' complementi, in fine si partirono d'insieme senza aver parlato della materia.
[Congregazione dove Lorena discorre degli abusi dell'ordine]
Essendo gionti in Trento li procuratori de' prelati francesi rimasti nel regno, ricercarono gl'ambasciatori che fossero ammessi in congregazione, et avendo il cardinale Simoneta ricusato, Lansac replicò che ciò aveva dimandato per riverenza, non perché volesse riconoscer li legati per giudici, ma esser risoluto che la difficoltà fosse proposta in concilio. Questa occasione fece mutar la risoluzione de' 3 legati d'aspettar Morone et ordinarono una congregazione a' 14 maggio per trattare sopra gl'abusi dell'ordine; dove Lorena, nel voto suo sopra il primo capo dell'elezzione de' vescovi, che fu poi levato via per le occasioni che si diranno, s'estese a parlar degl'abusi che intervenivano in quella materia; e per poter liberamente inveir contra li disordini di Roma, incomminciò dalla Francia e non la perdonò al re; dannò liberamente il concordato; disse che tra papa Leone et il re Francesco si divisero la distribuzione de' beneficii del regno, la qual doveva esser de' capitoli, e poco mancò che non dicesse: "Come li cacciatori dividono la preda". Dannò che li re e prencipi avessero nominazione delle prelature, che li cardinali avessero vescovati.
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