E perché molte cose aveva a rapresentargli e ricercar da loro, s'era risoluto d'inviargli maestro Renato Birago, che gli farebbe intender il tutto in viva voce, pregando loro riceverlo et ascoltarlo benignamente.
Lette le lettere, parlò il presidente, narrando molto particolarmente le discordie, le guerre e le calamità di Francia, lo stato e la necessità nella quale il re et il regno erano ridotti, la pregionia del contestabile e la morte del duca di Ghisa, che lo rendevano senza braccia. Si diffuse assai in giustificar che l'accordo fosse fatto per pura e mera necessità, che in quello maggior era l'avvantaggio della parte catolica, che della contraria. Che l'intenzione del re e del suo conseglio non era lasciar introdur o stabilir una nuova religione, ma al contrario, cessate le arme e le disobedienze, con manco contradizzioni e per le vie osservate da' suoi maggiori, ridur all'obedienza della Chiesa li sviati e riunir tutti in una santa catolica religione, sapendo molto ben che due essercizii diversi nella religione non possono longamente sussistere e continuare in un regno. Da questo passò a dire che il re sperava presto riunir tutti li popoli in una medesima opinione per singolar grazia divina e per il mezo del concilio, rimedio sempre usato dagl'antichi contra simili mali, come quelli che affligevano allora la cristianità. Pregò li padri aiutar la buona intenzione del re con una seria riforma e con ridur li costumi all'integrità e purità della Chiesa vecchia et accordando le differenze della religione, e promise che il re sarebbe stato sempre catolico e devoto della Chiesa romana, secondo l'essempio de' suoi maggiori.
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