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      [In congregazione si tratta delle annate, delle ordinazioni fatte a Roma, de' vescovi titolari, delle dispense, e della risposta al Birago]
     
      Ma seguendosi le congregazioni per trattar le materie conciliari, in una d'esse il vescovo di Nimes, parlando sopra li capi degl'abusi dell'ordine, passò a trattar delle annate. Disse che, se ben non negava che tutte le chiese dovessero contribuir al pontefice per mantener le spese della corte, nondimeno non poteva lodare quel pagamento, cosí per il modo, come per la quantità; per questa, poiché sarebbe ben assai se fosse pagata la ventesima, che col pagamento dell'annata si paga forse piú d'una decima; et al modo che almeno non doverebbono esser astretti a pagarle se non dopo l'anno; e poiché la corte romana s'ha da mantenere per le contribuzioni di tutte le chiese, sarebbe anco giusto che da quella ne ricevessero qualche utilità, dove per causa degl'ufficiali di quella, nascono molti e quasi tutti gl'abusi nel cristianesmo. Che di questo doverebbe la sinodo avertirne Sua Santità che li provedesse. Discese in particolar a raggionare delle ordinazioni de' preti che si fanno in Roma; disse che in quelle non sono osservati né canoni, né decreti, e che sarebbe necessario decretare che, quando li preti ordinati in Roma non fossero idonei, potessero li vescovi, non ostante quell'ordinazione, sospendergli, né potessero li sospesi per via d'appellazione o d'altro ricorso impedir la deliberazione del prelato. L'ultimo che parlò nella medesima congregazione fu il vescovo d'Osmo, il quale disse che, sí come s'erano raccolti gl'abusi dell'ordine, cosí saria anco ben trattar delle penitenze che s'ingiongono e delle indulgenze ancora insieme, per esser tutte tre quelle materie congionte e che si danno mano l'una all'altra.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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