In un'altra congregazione il vescovo di Guadice longhissimamente parlò, e tra le altre cose fece quasi un'invettiva contra l'ordinazione de' vescovi titolari, con occasione di parlar sopra un capo degl'abusi, che era dato il quarto in ordine: nel quale si diceva che, per rimediar a' gran scandali che continuamente nascono per causa di quella sorte de vescovi, non si creassero piú senza urgente necessità, et in quel caso, prima che fossero ordinati, gli fosse provisto dal pontefice di viver conforme alla degnità episcopale; ma quel vescovo disse che alla degnità episcopale era annesso l'aver luogo e diocesi come cosa essenziale, e che vescovo e chiesa sono relativi, come marito e moglie, che uno non può esser senza l'altro: onde la contradizzione non comportava che si dicesse esser alcuna causa legitima di far vescovi titolari, et affermò l'ordinazione loro esser un'invenzione di corte, anzi usò questa parola: "figmenta humana"; che nell'antichità non se vede vestigio, e che se un vescovo già era privato o rinonciava, s'intendeva non esser piú vescovo, sí come quello a chi manca la moglie non è piú marito. Perciò leggersi appresso li piú vecchi dottori canonisti che sono invalide le ordinazioni tenute da chi ha rinonciato il vescovato. Che le simonie e le indecenze che nascono per causa di questi vescovi e le altre corrottele della disciplina sono niente rispetto a quest'abuso di dar nome de vescovi a quelli che non sono et alterar l'instituzione di Cristo e degl'apostoli.
Simon de' Negri, vescovo di Sarzana, nel suo voto, entrato nella medesima materia, disse che nel vescovo s'ha da considerare l'ordine e la giurisdizzione; che quanto all'ordine, non ha altro se non che è ministro de' sacramenti della confermazione e dell'ordine, e per constituzione ecclesiastica ha autorità di molte consecrazioni e benedizzioni che sono vietate a' semplici preti.
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