Che in quel tempo s'era fatta mutazione, non da essi padri, che se fossero in libertà non moverebbono alcun prencipe dal suo possesso, né la mutazione esser fatta dal re Catolico, congiontissimo in amicizia e parentela con loro re; ma dal padre de tutti li cristiani, che per pane ha dato al figlio primogenito una pietra e per pesce un serpente, per ferir con una pontura insieme il re e la Chiesa gallicana. Che Pio IV sparge seme di discordia per sturbar la pace tra li re concordi, mutando per forza et ingiustizia l'ordine del seder gl'ambasciatori sempre usato, et ultimamente ne' concilii di Costanza e lateranense, per mostrar d'esser superiore a' concilii. Che né egli potrà sturbar l'amicizia de' re, né levar la dottrina delle sinodi di Costanza e Basilea, che il concilio sia sopra il papa. Che san Pietro aveva imparato d'astenersi da' giudicii delle cose mondane, dove quel suo successore e non immitatore pretendeva dar e levar gl'onori de' re. Che per legge divina, delle genti e civile fu tenuto conto del primogenito, e vivendo e morto il padre: ma Pio ricusa preferire il re primogenito agl'altri nati molto tempo dopo quello. Che Dio, per rispetto di David, non volse sminuire la degnità di Salomone e Pio IV, senza rispetto de' meriti di Pipino, Carlo, Ludovico et altri re di Francia, con suo decreto pretende levar le prerogative del successor di quelli re. Che contra le leggi divine et umane, senza alcuna cognizione ha condannato il re, l'ha levato dell'antichissima sua possessione et ha prononciato contra la causa d'un pupillo e vedova.
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