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      Che gl'antichi pontefici, quando la sinodo general era in piedi, mai hanno fatto cosa senza l'approbazione di quella, e Pio ha voluto senza quel concilio, che rapresenta la Chiesa universale, levar di possesso gl'oratori d'un re pupillo non citato, quali non a lui, ma alla sinodo sono mandati. Che acciò non vi fosse provisione, ha usato diligenza acciò il suo decreto non fosse saputo, commandando a' legati, in pena di scommunica, di tenerlo secreto. Che considerassero li padri se questi sono fatti di Pietro e d'altri pontefici, se essi ambasciatori siano costretti partire da dove Pio non ha lasciato luogo alle leggi, né vestigio della libertà del concilio; poiché nissuna cosa è proposta a' padri o publicata, se non prima mandata da Roma. Che contro quel Pio IV solamente protestavano, venerando la Sede apostolica et il sommo pontefice e la santa Chiesa romana, ricusando solo d'obedir a quello et averlo per vicario di Cristo. Che quanto a' padri ivi congregati gl'averanno sempre in gran venerazione, ma poiché tutto quello che si fa, è fatto non in Trento, ma in Roma, e li decreti che publicano sono piú tosto di Pio IV che del concilio tridentino, non gli riceveranno per decreti di sinodo generale. In fine commandava per nome del re a' prelati e teologi che si partissero per ritornare quando Dio avesse restituito la debita forma e libertà a' concilii generali et il re avesse ricevuto il debito luogo.
      Non vi fu occasione di far la protesta, atteso che, considerando finalmente il conte che, quantonque la parte di Spagna fosse maggiore di numero de prelati che la francese, nondimeno li dependenti dal pontefice, li quali sarebbono stati a suo favore nella prima occorrenza, conoscendo il voler di Sua Santità, passata la prima occasione e sapendo che si era già spedito a Roma per quella causa, sarebbe stata di parere che si soprasedesse sino alla risposta et a nuovo ordine; onde, gionti co' francesi, la parte sua sarebbe restata piú debole, piegando a contentarsi di qualche composizione, interponendosi tutti gl'altri ambasciatori et il cardinale Madruccio, dopo molte difficoltà convennero che nelle ceremonie publiche non fosse dato piú né incenso né pace, sino alla risposta del re di Spagna.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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