[Sessione settima. Decreto di fede del sacramento dell'ordine]
Venuto adonque il 15 luglio, la mattina per tempo col solito ordine andarono tutti nella chiesa. Si fecero le consuete ceremonie. Celebrò la messa il vescovo di Parigi, fece l'orazione il vescovo d'Aliffe, nella quale offese li francesi con aver nominato il re di Spagna prima che il re loro, e li polacchi, nominando quello di Portogallo inanzi Polonia, e li veneziani col far prima menzione del duca di Savoia e poi della loro republica. Disse anco parole, per le quali mostrava che quella celebrazione di concilio era una continuazione co' precedenti di Paolo e Giulio, di che ebbero mala sodisfazzione gl'imperiali e li francesi insieme. Entrò anco a parlare della fede e de' costumi degl'eretici e catolici, e disse che, sí come la fede de' catolici era migliore, cosí li costumi degl'eretici erano molto megliori che quelli de' catolici; nel che diede molto disgusto, massime a quelli che si raccordavano del detto di Cristo e di san Giacomo, che la fede non si dimostra se non per le opere. Non fu però detta cosa alcuna in quell'instante, avendo ciascuno rispetto a turbare le ceremonie publiche. Ma il dí seguente gl'ambasciatori francesi, pollacco e veneti fecero instanza a' legati che non lasciassero stampar l'orazione, né metterla negl'atti del concilio. Finita la messa e le altre preci, furono letti li brevi della legazione de' cardinali Morone e Navaggero, li mandati del re di Polonia e del duca di Savoia, la lettera della regina di Scozia et il mandato del re Catolico.
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