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      Poi furono letti li decreti spettanti alla dottrina della fede, dove non vi fu contradizzione, se non che dalla maggior parte de' spagnuoli fu detto che assentivano con questo, che s'osservasse da' signori legati la promessa fatta all'ambasciator del loro re.
      Conteneva il decreto della fede in sostanza:
      1 Il sacrificio e sacerdozio esser in ogni legge congionti; imperò, essendo nel Nuovo Testamento un sacrificio visibile, cioè l'eucaristia, esser anco necessario confessar un visibile et esterno sacerdozio, nel quale per divina instituzione sia data potestà di consecrar, offerir e ministrar l'eucaristia e di rimetter e ritener i peccati.
      2 Il qual sacerdozio essendo cosa divina, convenire abbia molti ordini de ministri che gli servino, li quali ascendino da' minori a' maggiori ministerii, poiché le Sacre Lettere fanno menzione del nome de' diaconi, e dal principio della Chiesa furono posti in uso li ministerii de' subdiaconi, accoliti, essorcisti, lettori et ostiarii, ponendo però il subdiaconato tra gli maggiori.
      3 E perché nella sacra ordinazione è conferita la grazia, l'ordine esser vero e propriamente uno de' sette sacramenti della Chiesa.
      4 Nel quale imprimendosi carattere che non si può scancellare, la sinodo condanna quelli che affermano li sacerdoti aver la potestà sacerdotale a tempo, sí che gl'ordinati possino ritornar laici, non essercitando il ministerio della parola di Dio; e cosí parimente condanna quelli che dicono tutti li cristiani esser sacerdoti overo aver ugual potestà spirituale; il che altro non è, se non confonder la ierarchia ecclesiastica, che è ordinata come un essercito de soldati.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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