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      I spagnuoli e li francesi s'affaticavano con grand'efficacia per questo, ma gl'italiani dicevano che da loro era ciò procurato per volersi far tutti papi e per non voler riconoscer la Sede apostolica, e che era utile la difficoltà di mandar a Roma e negoziar l'espedizione con qualche fatica e spesa, perché a questo modo pochi matrimoni erano contratti in gradi proibiti. Ma quando col conceder la potestà a' vescovi si fosse facilitato, in brevissimo tempo le proibizioni sarebbono andate in niente, e li luterani averebbono guadagnato la loro opinione; anzi per questa causa fu inclinazione quasi commune di decretare che nissun fosse dispensato dalle proibizioni, se non per urgentissima causa; nel quale parer entrarono anco quelli che non avevano ottenuto facoltà per li vescovi, parendogli esser piú decoro episcopale se quello che a loro era vietato, non fosse ad altri concesso. In fine di molti discorsi nelle congregazioni fu risoluto di restringer la parentela spirituale, l'affinità per li sponsali e per la fornicazione, e regolare anco le dispense tra li termini che si dirà recitando li decreti.
      Ebbe un poco di contrasto il nono capo, dove è proibito a' superiori di costringer li sudditi con minaccie e pene a contraer matrimoni, il qual comprendeva specificatamente l'imperatore e li re. Fu opposto da Gulielmo Cassador, vescovo di Barcellona, che non era da presupporre ne' prencipi grandi che s'intromettessero in matrimoni se non per gravissime cause e per ben publico. Che le minaccie e pene allora sono cattive, quando s'adoperano contra l'ordine della legge, ma li precetti penali alla legge conformi esser giusti e non potersi riprender.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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