Et il vescovo di Segovia, dopo lui, fece longhissimo discorso in mostrar che non si poteva ridur a dogma e però, avendo la maggior parte approvato l'irritazione, si poteva aver per stabilito il decreto. Il vescovo di Modena seguí il medesimo parer, aggiongendo che il trattar quella materia per via di dogma non sarebbe altro se non chiuder la via al far qualsivoglia riforma, percioché in tutti gli articoli s'averia potuto suscitare la medesima difficoltà, se la Chiesa ha o non ha auttorità sopra quel particolare di che si trattasse; il che sarebbe un por le armi in mano agl'eretici e levar alla Chiesa l'autorità tutta, non essendo giusto metter mano in quello che è dubio se la potestà propria si vi estenda. Si dolse che fosse messa in campo quella questione da chi doveva averla per chiara e decisa. Piacque questo parer a molti, che dicevano non doversi mai metter in disputa se la Chiesa può o non può alcuna cosa; ma aver per deciso che, sí come a Cristo è data ogni potestà in cielo et in terra, cosí altratanta ne ha il pontefice romano, suo vicario; la qual auttorità essendo communicata da lui al concilio generale, convien tener per fermo che non manchi potestà di far tutto quello che è utile, senza metter in disputa se presupponga dogma o no. Piacque ancora a quelli che desideravano l'espedizione del concilio, vedendo che la difficoltà promossa portava grand'impedimento al fine di quello e causava scandalo: onde da' legati e da' principali italiani fu fatto ufficio a parte che non se ne parlasse, non occorrendo trattarne, né con francesi, né con spagnuoli, per esser tutti essi in opinione che li matrimoni clandestini si dovessero irritare; e furono fatte molte adunanze de prelati, e tra loro e co' legati a quest'effetto, e deliberato che non solo non fosse posto il decreto insieme con la dottrina, accioché non paresse dogma, ma ancora che non fosse separatamente posto in un capo proprio, sí che potesse venir mai in difficoltà, se per tale fosse stato tenuto, ma si mettesse inserto co' li capi di riforma; e per rimover maggiormente ogni difficoltà, fu anco deliberato di formar il decreto in maniera che non paresse trattarsi professatamente di quell'irritazione, ma meschiandolo insieme col primo capo degl'abusi, il qual era una provisione di restituire le denonciazioni ordinate da Innocenzo III, che erano intermesse; e nel decretare cosí queste, come tutte le altre condizioni appropriate per dar al matrimonio publica forma, s'aggiongesse con due sole parole, quasi incidentemente, che s'annullavano li contratti fatti altramente, e passarla senza maggior longhezza.
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