Pagina (1434/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Scrisse di ciò a' noncii suoi in Germania, Francia e Spagna, ne parlò con tutti gl'ambasciatori residenti appresso di sé et anco con quei de' prencipi d'Italia; et usava questo concetto: che a chi l'avesse aiutato a finir il concilio, sarebbe piú obligato che se avessero fatto assistenza con le armi in qualche gran bisogno. Alli legati rispose che voltassero la mira principale a finir il concilio et a questo fine concedessero tutto quello che non si poteva negare per ottener questa intenzione; s'admettessero manco cose pregiudiciali che possibile fosse; che alla prudenza e forza loro, che erano nel fatto, rimetteva il tutto, purché al concilio fosse posto quanto piú presto fine.
      Ma li legati, dopo aver considerato insieme con alquanti prelati, le proposte degl'ambasciatori sopra la riforma et a loro instanza tralasciati 6 de' capi proposti e ridottigli a 32, il dí 21 agosto gli diedero a' prelati per parlarne sopra. Il cardinal di Lorena fece congregazioni particolari de' francesi per essaminargli, il che era con sodisfazzione de' legati, non solo perché erano certi che egli caminava con la medesima intenzione di loro, ma anco essendo desiderosi d'accomodargli a commun satisfazzione prima che se ne parlasse in congregazione generale, e diedero cura agl'arcivescovi d'Otranto e di Taranto e vescovo di Parma che ciascuno di essi separatamente, nelle proprie case congregati li loro aderenti, gl'essaminassero et intendessero quello che sarebbe di sodisfazzione commune; e continuandosi in questo piú giorni, tra i spagnuoli et altri italiani non chiamati fu mormorato assai e fatto ammutinamento per opporsi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Germania Francia Spagna Italia Lorena Otranto Taranto Parma