Il decimoterzo capo, in quello che tocca le pensioni, parlava generalmente che nissun beneficio potesse esser gravato di maggior pensioni che della terza parte de' frutti o loro valore, conforme a quello che fu di costume quando le pensioni s'introdussero; il che al cardinale di Lorena non pareva conveniente, poiché vi sono beneficii molto ricchi che, quando anco pagassero due terzi, non si potrebbono intender gravati, et altri cosí poveri, che non possino sostentar pensione; però che non era giusta distribuzione questa, ma meglio era proibire che li vescovati di 1000 scudi e le parochiali di 100 non potessero esser gravate, e quanto al rimanente, fermarsi: la qual opinione prevalse con grandissimo piacere de' legati e de' ponteficii, per la libertà assoluta che si lasciava al pontefice ne' buoni benefici. Furono molti e longhi li discorsi di quelli che dimandavano moderazione sopra le pensioni, e riservazioni de frutti già imposte, e sopra gl'accessi e regressi; ma la difficoltà constrinse ogni uno a metter il tutto in silenzio per la confusione e disordini che si prevedevano poter seguire, perché tutti s'averebbono doluto, con iscusa che non averebbono risegnato li beneficii senza quelle condizioni, e maggiormente quelli che, per ottener tal grazie, avevano pagato composizione con la camera, averebbono occasione di dolersi che si levassero le grazie senza restituir li danari, li quali restituire trattava dell'impossibile. Finalmente ad ognuno parve molto che si provedesse all'avvenire senza pensar al passato.
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Lorena
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