E le prattiche caminarono cosí inanzi che 100 di loro si diedero la parola insieme di star costanti in queste deliberazioni e, formatane una scrittura sottoscritta di mano di tutti, andarono a' legati, ricchiedendo che gl'articoli della riforma de' prencipi fossero proposti e dati a' padri, decchiarando quasi in forma di protesta che non continuarrebbono in parlare, né concluderebbono niente sopra gli altri, se non insieme con quelli. Usarono li legati buone parole con dissegno e speranza di divertir l'umore. In questo moto il conte Luna comparve di nuovo con la solita instanza che il decreto "Proponentibus legatis" fosse rivocato, acciò ogni prelato potesse propor le cose che giudicasse meritevoli di riforma, e dimandò che fosse accommodato a gusto de' prelati spagnuoli il sesto capo, levando a fatto le essenzioni a' capitoli de' canonici delle chiese catedrali e sottoponendogli al vescovo; et essendo comparso in Trento un procurator per nome di quei capitoli, che faceva ufficio in contrario, gli commandò che non dovesse parlarne.
[La sessione è prolongata col voler del papa, il quale attrae Lorena in Roma]
Essendo le cose in questi termini, pensavano li legati a far la sessione con la sola materia del matrimonio; ma a questo s'opponeva il non esser ancora ben maturate tutte le difficoltà del clandestino, et anco il sospetto che gl'ambasciatori avevano che, se si fosse fatta una sessione senza parlar di riforma, era perduta la speranza che si dovesse trattarne mai piú. Et essendo anco ben evidente e chiaro che nissuna speranza restava di poter per il tempo determinato alla sessione aver in ordine cosa alcuna di riforma, li legati, fatta congregazione generale il dí 15 del mese, proposero di prolongarla sino a' 11 di novembre, e cosí fu deliberato.
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Luna Trento Lorena Roma
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