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      Gli fu specialmente molesto che il cardinale Sciatiglion, il qual, come s'è detto, aveva deposto ogni abito clericale e si fece chiamar il conte di Beauvois, dopo che intese dal pontefice esser stato decchiarato privato, sotto il dí ultimo maggio, del capello in consistorio, reassonse l'abito di cardinale e con quell'abito si maritò; e nella gran solennità che si fece in Roano il 13 agosto, quando il re si decchiarò maggiore in parlamento, in presenza di tutta la nobiltà francese, egli comparve alla solennità nel medesimo abito, che fu da tutti giudicato una gran sprezzatura della degnità ponteficia; di che il papa commosso, in questo tempo fece metter in stampa la sua privazione e ne fece seminar molte copie per la Francia.
      All'arrivo del cardinale di Lorena in Roma era pochi giorni prima arrivato il noncio del pontefice residente in Francia, spedito dalla regina per proponer il papa un abboccamento tra Sua Santità, l'imperatore, re di Spagna et il re suo figlio, nella comitiva del quale ella ancora si sarebbe ritrovata. Dal pontefice fu giudicata l'essecuzione impossibile; la proposizione non gli dispiacque, come quella che molto poteva servir a finir il concilio, e però diede parola di mandar noncii all'imperatore et al re di Spagna per questo, e destinò il vescovo di Vintimiglia per Spagna, il qual per ciò chiamò da Trento, e quello d'Ischia all'imperatore.
      Al cardinale di Lorena fece eccessive dimostrazioni d'onore, l'alloggiò in palazzo e, cosa insolita, andò publicamente a visitarlo alle stanze sue.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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