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      Che avvertissero di non irritargli maggiormente e far nascer inconvenienti maggiori.
      Gli ambasciatori francesi, dopo la partita di Lorena, posero in ordine la protestazione loro, per valersene se fosse stato bisogno. Laonde nella congregazione de' 22 settembre, dopo che uno de' padri con longa orazione discorse che la causa d'ogni difformazione procedeva da' prencipi, che quelli avevano maggior bisogno di riforma, che già erano ordinati li capitoli, che era tempo di proporgli e non persuadersi di mandargli in niente con le dilazioni, dopoi che quello ebbe parlato, l'ambasciatore Ferrier fece una molto longa e querula orazione o, come i francesi dicono, complainte: il contenuto della quale fu, ne' ponti principali, che essi potevano dir a' padri quello che li legati de' giudei dissero a' sacerdoti: "Doveremo noi ancora perseverar digiunando e piangendo?". Sono 150 e piú anni che li re Cristianissimi hanno dimandato a' papi riforma della disciplina ecclesiastica; per ciò e non per altro hanno mandato ambasciatori alle sinodi di Costanza, di Basilea, di Laterano, alla prima di Trento, e finalmente s'è gionto a questa seconda; quali fossero le dimande loro lo testifica Giovanni Gerson, ambasciatore nel constanziense, le orazioni di Pietro Danesio, ambasciatore nel primo concilio di Trento, di Guido Fabro e del cardinal di Lorena in questo secondo, nelle quali non s'è dimandato altro che la riformazione de' costumi de' ministri della Chiesa, e con tutto ciò tuttavia conveniva digiunare e piangere, non 70 anni, ma 200 continui, e Dio voglia che non siano 300 e molto piú. E se alcun dicesse esser stata data sodisfazzione con decreti et anatemi, essi però non riputavano che fosse sodisfar dar una cosa per un'altra in pagamento.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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