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      Che al cardinale era stata communicata l'instruzzione regia, onde, se fosse stato presente, averebbe non solo acconsentito, ma consegliato la protesta. Che erano grand'ignoranti quelli che, non avendo veduto altro che le decretali, leggi di 400 anni, pensavano che inanzi quelle non vi siano state altre leggi ecclesiastiche. E chi vorrà riformar il re per le decretali, egli vorrà riformar loro per il Decreto e condurli anco a tempi piú vecchi non solo di sant'Agostino, ma degl'apostoli ancora. Che non faceva il re di Francia come il re d'Inghilterra, ma ben s'opponeva a quelli che da longo tempo hanno comminciato a crescer la loro degnità, con dimminuir quella de' re. Che se quegli articoli portassero tanto danno all'imperatore o al re Catolico come alla Francia, non sarebbono stati proposti, né si debbe pigliar essempio da chi non ha uguali interressi. Sopra tutti l'arcivescovo di Sans e l'abbate di Chiaraval furono li piú disgustati, et andavano dicendo che gl'ambasciatori avevano fatto male protestando e che il loro fine era stato per metter confusione e dar occasione che in Francia si facesse il concilio nazionale; che non erano uomini di buona volontà e che erano creature del re di Navarra, mandati al concilio da lui per suoi dissegni, et avevano protestato senza commissione del re, e che conveniva constringergli a mostrar le loro instruzzioni e formar inquisizione contra di loro, come che sentissero male della fede; di che tra gl'ambasciatori e loro nacquero gran dispareri.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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