Che teneva intrinseca familiarità con Cursot e con la moglie, quali per causa della religione non averebbe dovuto lasciar andar al suo conspetto. Che la corte regia era piena d'ugonotti favoritissimi. Che tuttavia mandava a sollecitar di poter vender li beni ecclesiastici con tanto pregiudicio della Chiesa et altre cose di questa natura.
[L'ambasciator di Spagna rinnova l'instanza del proporre i legati]
Ma mentre il concilio era tutto in moto per questi dispareri, il conte di Luna, secondo il suo solito d'aggionger sempre difficoltà a quelle che da altri erano proposte, fece instanza che si levasse il "Proponentibus legatis". Cosa molto molesta a loro, che non sapevano come contentarlo senza pregiudicio alle sessioni passate. Perché non solo la revocazione, ma ogni modificazione o suspensione pareva una dicchiarazione che le cose passate non fossero successe legitimamente. Ma l'ambasciator, non vedendo espedizione sopra la dimanda tante volte fatta, diceva che sino allora aveva negoziato modestamente, e sarebbe costretto mutar modo e tanto piú parlava arditamente, quanto sapeva che il pontefice, per le sue instanze passate, aveva scritto che si facesse quello che era conveniente, nel che la Santità Sua si rimetteva in tutto e per tutto. Ma li legati, per liberarsi dalle instanze dell'ambasciator, risposero che lasciavano in libertà del concilio di far la dicchiarazione quando gli fosse parso, e cosí serviva il nome di libertà nel concilio a coprir quello che da altri procedeva; imperoché li legati, mentre cosí dicevano, facevano insieme strette prattiche co' prelati piú congionti, acciò gli fosse interposta dilazione, cosí per portar questo particolare in fine del concilio, come per goder il beneficio del tempo, il qual facesse apertura a qualche modo meno pregiudiciale.
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