In fine fu intimata la sessione per il 9 decembre, con potestà d'abbreviar il tempo, per trattar del sesto capo e degl'altri dati fuori e differiti e, secondo l'opportunità, de qualche dogmi ancora, secondo che nelle congregazioni sarà proposto.
[Giudicii sopra questa sessione]
Non fu aspettato l'essito di questa sessione con l'avidità che quello della precedente, sí perché allora fu empita la curiosità universale, come perché la materia del matrimonio non pareva che potesse portar seco cose di grand'osservazione; piú stava il mondo attento a veder che essito dovesse aver la protesta degl'ambasciatori francesi, la qual fu letta con varii affetti: da' poco benevoli alla corte romana fu commendata come vera e necessaria; ma dagl'interressati in quella, stimata d'aborrire altretanto, quanto le protestazioni per li tempi passati da Lutero fatte.
Nel sesto anatematismo del matrimonio restarono admirativi molti che fosse posto per articolo di fede la dissoluzione del matrimonio non consummato per la professione solenne, poiché, essendo la congionzione matrimoniale, se ben non consummata col congiongimento carnale, vincolo per legge divina instituito, poiché la Scrittura divina afferma esser stato vero matrimonio tra Maria e Giosefo, e la solennità della professione essendo de iure positivo, come Bonifacio VIII ha decretato, pareva cosa maravigliosa non tanto che un legame umano sciogliesse un divino, quanto che si debbia tener per eretico chi non sentirà che un'invenzione umana, nata molti centinara d'anni dopo gl'apostoli, prevaglia alla divina, instituita sino dalla creazione del mondo.
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Giudicii Lutero Scrittura Maria Giosefo Bonifacio VIII
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