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      Il decreto della cognizione delle cause in prima instanza, con l'eccezzione soggionta, cioè "eccetto quelle che il papa vorrà commetter o avocare", esser afatto destrutto; perché non furono mai levate le cause a' legitimi tribunali, se non per commissioni et avocazioni ponteficie, et ora, conservando la causa del male, si medicava il sintoma solamente; e se ben quell'aggionzione "per causa urgente e raggionevole" pareva che regolasse, però gl'intendenti sapevano molto ben che tanto quelle parole significano, quanto se dicessero "per qualonque arbitraria causa".
      Ma dell'ultimo capo, che già tanti mesi era stato sotto l'espettazione, toccando nell'essenziale la libertà del concilio, vedendosi decchiarato non esser stata la mente della sinodo di mutar il modo di trattar, né aggionger o sminuir cosa alcuna di nuovo alle vecchie ordinazioni, fu dalle persone savie detto che, per quanto a questo concilio tocca, era una decchiarazione contraria al fatto, e publicata quando piú non giovava, né piú si poteva servirsene, come medicina applicata al corpo morto. Et altri ridendo aggiongevano che era un consolare il buon uomo, la cui moglie avesse fatto figli con altri, dicendo non fu per fargli torto. Ma per l'essempio dato a' posteri, insegnava come ne' concilii si potesse da principio a fine usar ogni violenza et essorbitanza, e con una tal decchiarazione iscusare, anzi giustificare ogni inconvenienza fatta, e sostenerla per legitima.
     
     
      [Il re di Francia procede all'alienazione de' beni ecclesiastici, et approva la protesta de' suoi ministri a Trento]


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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