E se il papa non aveva intenzione che fossero toccate e messe in disputa le raggioni dell'imperatore e re, come il cardinal gli fa intendere, convien che la Sua Santità drizzi il suo dispiacere contra li legati, che hanno proposto gli articoli con nominar re, imperatore e republiche, e non contra gl'ambasciatori; che stima la protesta dover esser giustificata appresso tutta la cristianità, quando gl'articoli saranno veduti. Che avendo li legati proposti quegl'articoli contra l'intenzione di Sua Santità, non è da rimettersi piú alla loro discrezzione, né far tornar gl'ambasciatori, sin che non s'abbia intiera sicurezza che di quelli non s'abbia a parlar piú: che allora egli commanderà agl'ambasciatori di ritornar al concilio.
Sopra la citazione e sentenza diede ordine il re a Enrico Clutin monsier d'Oisel, di parlar al pontefice e dirgli che la Maestà Sua aveva inteso con gran dispiacere quello che non credette per la fama sparsa, ma solo dopo, per aver visto copia de' monitorii affissi in Roma, che si avesse proceduto contra una regina in quella maniera; che egli era obligato a difenderla, prima, perché la causa et il pericolo di quella era commune a tutti li re, perciò tenuti ad aiutarla come in causa appartenente a tutti, ma tanto piú per esser vedova, e l'obligo d'esso re di Francia esser maggiore per il stretto parentado che ha con lei, per ambedue le linee, e per la agnazione col marito, il quale poco tempo inanzi era morto in guerra contra li protestanti, lasciati li figliuoli pupilli; perilché non poteva abbandonar la causa di quella, seguendo gl'essempii de' suoi maggiori, e massime che non debbia comportar che alcuno faccia guerra sotto pretesto di religione a' suoi vicini, aggiongendo che non era cosa pia metter in pericolo di crudelissima guerra per questa causa li regni di Spagna e di Francia, congionti novamente in amicizia.
| |
Sua Santità Sua Santità Enrico Clutin Oisel Maestà Sua Roma Francia Spagna Francia
|