Fu commandato sotto pena di scommunica a tutti li padri che sottoscrivessero di mano propria a' decreti. Il giorno seguente, che fu la dominica, fu consummato in questo, e per farlo ordinatamente, si fece quasi una congregazione, e le sottoscrizzioni furono di legati 4, cardinali 2, patriarchi 3, arcivescovi 25, vescovi 268, abbati 7, procuratori d'assenti 39, generali d'ordini regolari 7. E se ben già era stato deliberato che gl'ambasciatori sottoscrivessero dopo li padri, fu presa contraria risoluzione allora per piú rispetti: l'uno fu perché il non esservi ambasciatore francese, quando fossero vedute le sottoscrizzioni degl'altri e non quella, sarebbe stato una decchiarazione che ' francesi non ricevessero il concilio; l'altro perché il conte di Luna si lasciava intender di non sottoscriver assolutamente, ma con riserva, per non aver il re acconsentito al fine del concilio. E publicarono li legati che, non essendo costume di sottoscriver li decreti se non da chi ha voce deliberativa, sarebbe stata cosa insolita che ambasciatori sottoscrivessero.
In Roma, quando successe l'infermità del pontefice, temendo tutti della vita sua, fu molta confusione nella corte, perché, non avendosi ancora visto morte di pontefice essendo il concilio aperto, si temeva grandemente quello che potesse succeder: avevano l'essempio del concilio constanziense, il quale nell'elezzione aggionse altri prelati a' cardinali, e temevano che qualche cosa simile o peggiore non avvenisse; e se ben l'ambasciatore di Spagna affermava l'ambasciatore in Trento e li prelati spagnuoli aver commissione che l'elezzione fosse de' cardinali, con tutto ciò, atteso il poco numero di questi, le parole non davano piena confidenza.
| |
Luna Roma Spagna Trento
|