Ma approvando li decreti del concilio come una perfetta riforma e dandogli riputazione et essecuzione in quello che sarà possibile, una gran parte resterà persuasa che niente vi manchi, e non esser cosa piú utile per li tempi correnti che sparger fama e nutrirla che il concilio abbia fatto una santa, necessaria e perfetta riforma, non lasciando saper che da cardinale alcuno vi sia stato posto dubio che in quel concilio non s'abbia essequito quello perché fu convocato; che cosí facendo, l'umore del mondo a poco a poco s'acquieterà e con le dispense potrà la Santità Sua proveder a' suoi ministri e servitori senza violazione de' decreti del concilio, poiché in quei medesimi è riservata l'autorità apostolica; li quali gli serviranno per scudo a negare le dimande importune di quelli che non giudicherà meritevoli di grazie, e col tempo, pian piano, le cose, insensibilmente e senza che il mondo se n'accorga, torneranno nell'istesso stato; che altre volte anco per questa via s'è caminato, quando la necessità ha costretto cedere a questi umori, soliti nascer ne' sudditi contra quei che gli governano; che quando altri facesse opposizione a quei decreti, per riputazione di tante sue creature, de' suoi legati e di Sua Santità medesima, conveniva che egli gli sostenesse, non che, tacendo tutti, essa medesima debbia giugulargli totalmente, poiché ogni minima moderazione, emendazione overo anco dilazione a confermargli è un colpo mortale a tutti; oltra che il volgo, qual sempre intende le cose in sinistro, altro non saprà dire se non che la corte di Roma et il pontefice non vuole riforma.
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Santità Sua Sua Santità Roma
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